Un figlio nuovo

Abbiamo un figlio nuovo, io e mia moglie.
No, non ne aspettiamo un secondo – ancora dobbiamo prendere la mano con Giovanni – né avevamo fatto richiesta di adozione.
Semplicemente, domenica 23 aprile,

festa della Divina Misericordia, Giovanni ha ricevuto il Battesimo.
Piaccia o meno, adesso Giovanni è un uomo nuovo, indipendentemente dai nostri problemi irrisolti con Dio, dalle carenze affettive che azzoppano il nostro essere credenti, dalla nostra vita di fede.

Battesimo
Il fonte battesimale della nostra parrocchia

Prima di entrare in chiesa eravamo abbastanza stressati, lo ammetto: vuoi per i preparativi del rinfresco successivo (abbiamo fatto tutto noi e le nostre famiglie, nel salone parrocchiale), vuoi perché Giova era particolarmente agitato. Andando verso la chiesa, io e Laura abbiamo detto una preghiera, chiedendo al Signore che ci aiutasse a calmarci, e Lui ci ha ascoltato. Tutto è andato bene, e l’affetto dei nostri amici e parenti ci ha sommerso.

La sera, sul divano, due riflessioni mi sono venute alla mente.
La prima è che durante la cerimonia, dopo la lunga corsa dei giorni di preparazione al Battesimo, mi sono ricordato una cosa santa, un atteggiamento che dovremmo avere più spesso.

©Misha Maslennikov
foto Creative Commons © Misha Maslennikov (https://www.flickr.com/photos/chudo1909/)

È andata così: ci siamo affannati, abbiamo corso per preparare il rinfresco, le bomboniere, il salone… Siamo arrivati abbastanza stravolti da tutto questo guardare davanti a noi, distolti da ciò che stavamo andando a fare “per i molti servizi”.

Poi, entrati in chiesa, abbiamo rivolto lo sguardo verso l’alto, verso quella “dimensione verticale” di cui abbiamo sentito parlare tante volte ma che troppe poche sperimentiamo davvero. Ci si agita, si corre ma poi il senso vero di tutto è lassù. Personalmente l’ho colto per un pelo, perché corri di qua corri di là, non so voi ma io a volte un po’ mi sento anestetizzato, e il mistero, la bellezza di ciò che Dio Padre fa tendono a sfuggirmi.

La seconda riflessione è che, mio caro Giovanni, adesso sei un uomo nuovo.
Sei nato a vita nuova, ti rendi conto?
No, non ti rendi conto perché hai 4 mesi e toccherà a me darti la ragione di questa cosa grande, e chissà se sarò capace. Perché c’è, una vita nuova.

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foto Creative Commons © Antonio Fernández (https://www.flickr.com/photos/afernandezd/)

E non è una bella opinione, è un fatto. Sarò capace di parlartene nel modo giusto? Ce la farò?
Meno male che non sono solo, c’è la mamma anzitutto, caro Gio, poi il tuo padrino e la tua madrina, che spero proprio mi pungolino quando sarò stanco e facciano la loro parte.
Soprattutto, c’è la Grazia.

2 pensieri su “Un figlio nuovo

  1. Giorgio

    Anche io, papà ormai prossimo, tendo a perdermi nei servizi che già Gesù ammoniva. E così mia moglie.
    Questa testimonianza del fa sentire meno soli e ci accompagna nel cammino di genitori che sappiano guardare all’essenziale e a quella dimensione verticale per dare il meglio alla loro figlia.
    Grazie

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