“Giovanni è un bambino impegnativo”, mi ha detto l’altro giorno mia cognata, che di bimbi ne ha due. Eh sì, è faticoso da gestire: vuole tanto contatto, tante coccole, la presenza quasi continua mia e soprattutto di mia moglie… È curiosissimo ma ancora neanche gattona, quindi desidera essere portato in giro a vedere, toccare…
Le vacanze non sono state una passeggiata di salute. Essere ventiquattr’ore su ventiquattro a diretto contatto col pupo, senza neanche il conforto di quell’oretta in cui sta dai nonni e puliamo o semplicemente ci riposiamo, ci ha messo a dura prova. Mi stancavo meno alle route scout sulle Dolomiti, con zaino e tenda, per dire. Continua a leggere “Accusare la fatica”
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“Tutto intorno a te”
La settimana appena trascorsa è stata difficile. Molto. Una di quelle in cui non solo ti si azzera la poesia, ma rivaluti fortemente la figura di Erode.
Non è stata esattamente Continua a leggere ““Tutto intorno a te””
Figli e cellulari
No, non è un post su come, quando e quanto dare il cellulare ai nostri figli, parla di altro.
San Giuseppe, uomo prudente
Ultimo articolo di avvicinamento alla memoria di San Giuseppe che si festeggia il 19 marzo (gli altri due li trovate qui e qui). Siamo sempre nel Vangelo di Matteo, capitolo 2 (vedi alla fine del pezzo).
Al momento di tornare a casa, Giuseppe “ebbe paura di andarvi”, dice il Vangelo. Ha infatti saputo che il nuovo re è Archelao e suppone che potrebbe essere come il padre Erode.
Cos’è la prudenza? Dice la Treccani: “Atteggiamento cauto ed equilibrato di chi, intuendo la presenza di un pericolo o prevedendo le conseguenze dei suoi atti, si comporta in modo da non correre inutili rischi e da evitare a sé e ad altri qualsiasi possibile danno”. Personalmente mi muovo spesso tra due poli opposti: o un’ansia eccessiva o una sicurezza ingenua.
La prudenza infatti Continua a leggere “San Giuseppe, uomo prudente”
San Giuseppe, uomo obbediente
Secondo articolo di avvicinamento a domenica 19 marzo, per ispirare il nostro essere padri del Ventunesimo secolo alla figura di San Giuseppe, nel giorno della sua festa.
Oggi siamo nel Vangelo di Matteo, capitolo 2°:
[I Magi erano appena partiti, quando] un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».
Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio. (Mt, 2,13-15) Continua a leggere “San Giuseppe, uomo obbediente”
Una rovinosa routine. O no? / parte 2
La prima parte dell’articolo la trovate qui
Parlando seriamente: come ben sa chi ha un figlio, non è facile.
La routine uccide, forse più della fatica, che comunque non è poca: e questo vale in tutti i campi, vedi il lavoro, ad esempio.
Mi sono perciò chiesto: è inevitabile che la routine rovini tutto? Si può fare, ragionevolmente e realisticamente, qualcosa?
Si può, credo, provare a Continua a leggere “Una rovinosa routine. O no? / parte 2”
Una rovinosa routine. O no? / parte 1
Avere un neonato in casa significa:
– controllare se va cambiato prima della pappa
– dargli il latte
– fargli fare il ruttino
– cambiarlo, perché quasi sicuramente nel frattempo l’ha fatta
– cullarlo nella speranza che si addormenti, lottando contro le coliche e i rigurgiti
– mentre dorme, SE dorme, sterilizzare i biberon, caricare e scaricare lavatrici, controllare che integratori, pannolini, salviette, ecc. non stiano per finire (e finiscono incredibilmente alla svelta). Importantissimo: svuotare il contenitore dei pannolini usati (che si riempie incredibilmente alla svelta).
Se per caso il pupo non si è attaccato al seno ma ha l’alimentazione mista – latte naturale e artificiale – a tutto questo va aggiunto, per la mamma, tirarsi il latte a intervalli regolari.
Quindi, ricapitolando: Continua a leggere “Una rovinosa routine. O no? / parte 1”
Aspettative deluse
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui (Luca 1,57-66)
Scriveva don Luigi Maria Epicoco commentando questo brano del Vangelo: Continua a leggere “Aspettative deluse”