Accusare la fatica

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foto Creative Commons © Maggie A-Day (https://www.flickr.com/photos/mrtopp/)

“Giovanni è un bambino impegnativo”, mi ha detto l’altro giorno mia cognata, che di bimbi ne ha due. Eh sì, è faticoso da gestire: vuole tanto contatto, tante coccole, la presenza quasi continua mia e soprattutto di mia moglie… È curiosissimo ma ancora neanche gattona, quindi desidera essere portato in giro a vedere, toccare…
Le vacanze non sono state una passeggiata di salute. Essere ventiquattr’ore su ventiquattro a diretto contatto col pupo, senza neanche il conforto di quell’oretta in cui sta dai nonni e puliamo o semplicemente ci riposiamo, ci ha messo a dura prova. Mi stancavo meno alle route scout sulle Dolomiti, con zaino e tenda, per dire.  Continua a leggere “Accusare la fatica”

San Giuseppe, uomo prudente

Ultimo articolo di avvicinamento alla memoria di San Giuseppe che si festeggia il 19 marzo (gli altri due li trovate qui e qui). Siamo sempre nel Vangelo di Matteo, capitolo 2 (vedi alla fine del pezzo).

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James Tissot, “Retour d’Égypte (Ritorno dall’Egitto)”

Al momento di tornare a casa, Giuseppe “ebbe paura di andarvi”, dice il Vangelo. Ha infatti saputo che il nuovo re è Archelao e suppone che potrebbe essere come il padre Erode.
Cos’è la prudenza? Dice la Treccani: “Atteggiamento cauto ed equilibrato di chi, intuendo la presenza di un pericolo o prevedendo le conseguenze dei suoi atti, si comporta in modo da non correre inutili rischi e da evitare a sé e ad altri qualsiasi possibile danno”. Personalmente mi muovo spesso tra due poli opposti: o un’ansia eccessiva o una sicurezza ingenua.
La prudenza infatti Continua a leggere “San Giuseppe, uomo prudente”

San Giuseppe, uomo obbediente

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Caravaggio, “Riposo durante la fuga in Egitto”

Secondo articolo di avvicinamento a domenica 19 marzo, per ispirare il nostro essere padri del Ventunesimo secolo alla figura di San Giuseppe, nel giorno della sua festa.
Oggi siamo nel Vangelo di Matteo, capitolo 2°:

[I Magi erano appena partiti, quando] un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».
Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio. (Mt, 2,13-15)
Continua a leggere “San Giuseppe, uomo obbediente”

Una rovinosa routine. O no? / parte 2

La prima parte dell’articolo la trovate qui

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foto Creative Commons © Rob Lawton (https://www.flickr.com/photos/roblawton/)

Parlando seriamente: come ben sa chi ha un figlio, non è facile.
La routine uccide, forse più della fatica, che comunque non è poca: e questo vale in tutti i campi, vedi il lavoro, ad esempio.
Mi sono perciò chiesto: è inevitabile che la routine rovini tutto? Si può fare, ragionevolmente e realisticamente, qualcosa?
Si può, credo, provare a Continua a leggere “Una rovinosa routine. O no? / parte 2”

Una rovinosa routine. O no? / parte 1

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foto Creative Commons © futurestreet (www.flickr.com/photos/futurestreet)

Avere un neonato in casa significa:
– controllare se va cambiato prima della pappa
– dargli il latte
– fargli fare il ruttino
– cambiarlo, perché quasi sicuramente nel frattempo l’ha fatta
– cullarlo nella speranza che si addormenti, lottando contro le coliche e i rigurgiti
– mentre dorme, SE dorme, sterilizzare i biberon, caricare e scaricare lavatrici, controllare che integratori, pannolini, salviette, ecc. non stiano per finire (e finiscono incredibilmente alla svelta). Importantissimo: svuotare il contenitore dei pannolini usati (che si riempie incredibilmente alla svelta).
Se per caso il pupo non si è attaccato al seno ma ha l’alimentazione mista – latte naturale e artificiale – a tutto questo va aggiunto, per la mamma, tirarsi il latte a intervalli regolari.
Quindi, ricapitolando: Continua a leggere “Una rovinosa routine. O no? / parte 1”

Aspettative deluse

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dipinto di Rogier van der Weyden (1399/1400–1464) – da Wikicommons

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui (Luca 1,57-66)

Scriveva don Luigi Maria Epicoco commentando questo brano del Vangelo: Continua a leggere “Aspettative deluse”